Kojima
afferma, non insensatamente, che i videogiochi sono pensati oggi come
servizi, idee implementate come un servizio ai videogiocatori:
servizi on-line, servizi multiplayer in co-op, servizi igienici…
persino la calibrazione della difficoltà rientra nella categoria del
servizio. In definitiva, i videogiochi mass-market oggi sono come
servizi per l'entertainment, servizi per il divertimento forniti
all’utente, che pur NON-chiedendoli esplicitamente se li ritrova,
li ottiene dietro corrispettivo.
E’ davvero ciò che si vuole? La qualità dei prodotti videoludici deriva per buona percentuale dalla conseguenza dei mass-market generati dai videoplayers?
E’ davvero ciò che si vuole? La qualità dei prodotti videoludici deriva per buona percentuale dalla conseguenza dei mass-market generati dai videoplayers?
[Tratto
da http://www.electronicself.blogspot.it/
]
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